di Angelo Del Vecchio
TERREMOTO: SI GEMELLANO LA PARROCCHIA “DIVINO AMORE” DI ROMA E LE COMUNITA’ DI SAN PIO DELLE CAMERE (L’AQUILA), DI RIGNANO GARGANICO (FOGGIA) E DI FONTENUOVA (ROMA) – PROTESTANO GLI OSPITI DEI CAMPI
D’ACCOGLIENZA: “LA RICOSTRUZIONE E’ LONTANA E IL FUTURO E’ ASSAI NERO, MA LA GENTE HA VOGLIA DI RITORNARE A VIVERE” – CONTINUANO INCESSANTI LE SCOSSE SISMICHE, MA C’E’ CHI DICE CHE E’ TUTTO
NATURALE.
SAN PIO DELLE CAMERE (AQ). Gemellaggio di solidarietà tra la comunità di San Pio delle
Camere, la Parrocchia “Divino Amore” di Roma e le comunità di Rignano Garganico (FG) e di Fontenuova (RM). Domenica 28 giugno 2009 è tornata la vita per qualche ora nel piccolo centro dell’Aquilano
(Piana di Navelli), che conta attualmente poco più di 500 abitanti e una frazione “fantasma”, quella di Castelnuovo, rasa al suolo dal tremendo sisma del 6 aprile 2009.
La manifestazione, che ha avuto luogo lo scorso 28 giugno, ha visto la presenza del sindaco
di San Pio Gianni Costantini, del sindaco di Rignano Antonio Gisolfi, del sindaco di Fontenuova Graziano Di Buò, del priore del “Divino Amore” Mons. Pasquale Silla e del parroco di San Pio Don
Alessandro Lemchi. La “giornata di solidarietà” è stata organizzata dalle delegazioni rignanesi dell’Associazione Nazionale Vigili del Fuoco in Congedo (diretta dal presidente Gabriele Nido) e della
Pro Loco (capitanata da Pietro Novelli). Presente all’evento anche il presidente nazionale dell’Anvfc, Girolamo Balestrieri.
San Pio, come noto, è il paese natio di uno dei leader attuali del Partito Democratico,
l’ex-presidente del Senato Franco Marini. Il gemellaggio ha preso il via ufficialmente intorno alle ore 10.30 con l’inizio della messa presso il campo di accoglienza officiata per l’occasione da Don
Alessandro Lemchi e da Mons. Pasquale Silla. Ricca e piena di patos l’omelia, durante la quale si è esortato il popolo aquilano a sperare per il futuro, a rialzarsi con celerità, a rimboccarsi le
maniche e ad iniziare fin da subito l’opera di ricostruzione (che non può trascendere dal superamento della paura del sisma). Al termine della funzione religiosa ha preso la parola il sindaco
sanpiano Costantini, che ha parlato dei veri problemi dei terremotati abruzzesi, di quello che i giornali, le tv, le radio e i siti internet nazionali ed internazionali non raccontano: il cuore della
popolazione aquilana ha cessato di battere alle 3.32 del 6 aprile 2009; la gente ha paura di rientrare nelle case perché la terra continua a tremare (prima della messa c’è stata un’altra fosse
scossa); le famiglie continuano ad essere smembrate e costrette a vivere nelle tende o in alberghi della costa, mentre sembra ancora lontana la consegna dei moduli abitati in legno; la privacy non
esiste praticamente più, chi non ha avuto la fortuna di rientrare nei propri appartamenti continua di fatto a vivere nella promiscuità più assoluta; si parla solo de L’Aquila come capoluogo e di
alcuni comuni limitrofi, ma non si parla delle decine di realtà fortemente colpite dal terremoto; si scaricano sui comuni, soprattutto su piccole realtà amministrative come quella di San Pio,
responsabilità e doveri a cui è impossibile far fronte, i sindaci sono lasciati spesso soli e di fronte alle proteste, comprensibili, della gente.
Solidarietà alla popolazione sanpiana è stata espressa anche dai sindaci Gisolfi e Di Buò e
dal presidente nazionale dei vigili del fuoco in congedo Balestrieri. Quest’ultimo è stato piuttosto chiaro e schietto: “la ricostruzione avrà tempi lunghi, dovete ritornare a vivere, noi resteremo
con voi ad assistervi fino al 30 ottobre 2009, almeno così ci è stato riferito dal Governo, dovete trovare la forza per dire basta alla paura e dare speranza ai vostri bambini e ai vostri giovani,
che rappresentano il futuro di questa terra, ferita non ancora mortalmente dal sisma”. Subito dopo la messa i cuochi della Pro Loco di Rignano, coadiuvati dai volontari della Anvfc, dell’Avis e del
Comitato “La Grande Statua di San Pio”, dal cuoco Fausto e dai volontari del campo, hanno preparato il pranzo per oltre 200 persone. A tavola i prodotti e la cucina tipica del piccolo centro del
Gargano: il pancotto con le verdure; le orecchiette fatte in casa con il sugo di salsiccia e di musciska; la ventresca alla brace; le scamorze e le torte casalinghe; il pane e i prodotti del forno.
Il tutto amalgamato dal buon vino della Piana del Tavoliere e dall’ottimo olio della prima fascia Pedegarganica.
La “scorpacciata” è stata resa possibile grazie all’aiuto e alla solidarietà delle aziende
rignanesi, che hanno offerto liberamente la maggior parte dei prodotti messi a tavola e alcuni volumi sulla cucina e sulla storia della Montagna del Sole. Nel pomeriggio la classica foto di gruppo e
visita guidata al centro storico di San Pio, quasi completamente lesionato dal terremoto. Una piccola delegazione, accompagnata dagli uomini dei vigili del fuoco, ha infine effettuato un sopralluogo
a Castelnuovo, frazione sanpiano di 200 anime, completamente rasa al suolo dal sisma. Il sindaco Costantini ha ringraziato gli intervenuti e li ha esortati a non dimenticare l’esperienza vissuta e a
non lasciar solo il popolo aquilano, che ha bisogno di continuo aiuto. Protestano i terremotati, protestano i sindaci, la terra continua a tremare, ma nessuno ne parla, L'Aquila e il suo hinterlando
non sono più sotto i riflettori dei mass-media.
UNA “BOMBA ATOMICA” SU CASTELNUOVO. IL SINDACO COSTANTINI: “CONTINUO A SENTIRMI MALE QUANTO TORNO IN QUESTO BORGO, UN TEMPO RIDENTE CITTADINA, OGGI SOLO UN CUMULO DI MACERIE” – VISITA SUL POSTO DI
UNA DELEGAZIONE DEL COMUNE DI RIGNANO E DELLA PARROCCHIA “DIVINO AMORE” DI ROMA
CASTELNUOVO (AQ). Lacrime e occhi arrossati hanno accompagnato la delegazione che ha fatto
visita l’altro pomeriggio alla frazione di Castelnuovo (Comune di San Pio delle Camere). A fare da Cicerone il sindaco Gianni Costantini che ha voluto far conoscere agli intervenuti l’atrocità di un
sisma. Presenti il priore della parrocchia “Divino Amore” di Roma, Mons. Pasquale Silla, il sindaco rignanese Antonio Gisolfi, i presidenti della Pro Loco e dell’Avis di Rignano Michele Villani e
Pietro Novelli. Castelnuovo, come noto, piccolo centro di circa 200 abitanti, è stato completamente raso al suolo alle 3.32 del 6 aprile 2009, quando un tremendo terremoto ha messo in ginocchio
L’Aquila e gran parte dell’Abruzzo. Cinque le vittime registrate nel piccolo borgo, una intera famiglia che si è trovata nel pieno della nota a dover affrontare una terribile scossa, più imponente di
una “bomba atomica”.
Lo scenario è quello tipico delle guerre, strade divelte, palazzi crollati, auto distrutte,
vita cessata. “Ogni volta che torno a Castelnuovo – ci ha spiegato il sindaco Costantini – si ferma il cuore e scoppio a piangere. Questo disastro ci dimostra come in 25 secondi può cambiare l’intera
esistenza di un popolo, gente laboriosa che ha sempre rispettato l’ambiente in cui è vissuta. Natura che, nonostante tutto, si è voluta ribellare e ha voluto seminare terrore e distruzione”. La
delegazione è andata via in silenzio, sotto una piaggio incessante, che ha reso ancor più cupa una realtà catastrofica. Le foto qui in basso parlano da sé.